Sulla storia del principio di maggioranza by Otto von Gierke

Sulla storia del principio di maggioranza by Otto von Gierke

autore:Otto von Gierke [Gierke, Otto von]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2021-12-07T09:42:50+00:00


Otto von Gierke

Sulla storia del principio

di maggioranza114

Forse in nessuna epoca il principio di maggioranza ha giocato un ruolo tanto rilevante come nel presente. Nelle elezioni statuali e comunali, nelle deliberazioni dei parlamenti e dei consigli comunali, nei collegi amministrativi e giudiziali, in tutte le corporazioni pubbliche e private, nelle associazioni a scopo tanto economico quanto ideale è la maggioranza a decidere. Ovunque è considerato espressione della volontà comune ciò che vuole la maggioranza. Mediante un modello aritmetico viene stabilito ciò che tutti i soggetti coinvolti devono riconoscere come vincolante per loro, che si tratti di 16 milioni di votanti, come ultimamente nelle elezioni presidenziali americane, o della votazione in un collegio di tre persone. Soltanto al di sotto del numero tre questa panacea per le divergenze di opinione manca. Nella comunità di due non esiste una maggioranza. La più intima di tutte le relazioni umane, il matrimonio, deve riuscire a cavarsela senza votazioni.

È in conseguenza di un riconoscimento generale di tal tipo che oggi noi riconosciamo il principio di maggioranza come qualcosa di scontato e non ci rompiamo troppo la testa sul motivo per cui ovunque la parte valga quanto il tutto. Anche negli scritti giuridici, politici e filosofici soltanto di rado ricorrono dei tentativi più approfonditi di una sua giustificazione115.

Non è stato sempre così! Il principio di maggioranza non è stato affatto in vigore da sempre. Esso si è imposto solo in una lotta storica lunga, che ha visto avvicendarsi fasi evolutive molto diverse. Il suo fondamento di validità è stato concepito e formulato in modi estremamente differenti. Uno sguardo a questo processo di sviluppo offre un interesse storico tanto maggiore in quanto esso ha avuto luogo in stretto rapporto con il cambiamento delle concezioni fondamentali riguardanti la natura delle associazioni umane. D’altro canto, esso può servire, allo stesso tempo, a promuovere una più profonda comprensione della nostra condizione giuridica attuale.

È in questo senso che vorrei richiamare la vostra attenzione sulla storia del principio di maggioranza, anche se, al riguardo, mi limiterò a illustrare lo sviluppo compiutosi, sulla base del diritto tedesco, nel Medioevo e nell’epoca moderna. In particolare, non mi addentrerò in un’analisi della storia del principio di maggioranza nel mondo culturale antico. Presso i Greci e i Romani, nei tempi maturi di cui abbiamo una conoscenza più circostanziata, il principio di maggioranza gode di un dominio incontrastato in tutte le delibere assembleari. Delle fasi precedenti che presumibilmente sono esistite non siamo certi. In ogni caso, non se ne fu più consapevoli, e, anzi, non si nutrì alcun dubbio riguardo alla legittimità della decisione mediante lo spoglio dei voti. Nella dottrina greca dello Stato non ci imbattiamo in riflessioni riguardanti il fondamento della validità della maggioranza dei voti. Solo i giuristi romani cercano il fondamento della validità. Essi, però, si appagano con una giustificazione molto esteriore. Refertur ad universos quod publice fit per majorem partem, dice Ulpiano in l. 160 § 1 D. de R. J. E similmente opina Scaevola in l. 19 D. ad municipalem (56, 1): Quod major pars curiae effecit pro eo habetur, ac si omnes egerint.



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